#ECC. I cambiamenti climatici. la fotografia e l’arte contemporanea

È il cambiamento climatico il tema della VI° edizione di LuganoPhotoDays, manifestazione di scena nella città svizzera dal 10 al 19 novembre 2017, ideata da Marco Cortesi. La mostra EverydayClimateChange, a cura di Photo Op in collaborazione con James Whitlow Delano e Matilde Gattoni, nasce da un’idea del fotografo americano Delano per sollecitare la gente sulla questione ambientale e sulla sua emergenza.

Nello spazio dell’Ex Macello di Lugano trovano grande forza visiva le 120 immagini realizzate da 30 fotografi provenienti da tutto il mondo, che denunciano con innegabile verità ciò che sta accadendo nei diversi continenti. L’aumento del livello dei mari, il surriscaldamento del globo, lo scioglimento dei ghiacciai, il cambiamento delle stagioni e l’intensificarsi dei disastri ambientali vengono analizzati nelle fotografie di Daysi Gilardini, Georgina Goodwin, Sean Gallagher, Matilde Gattoni, Elisabetta Zavoli, Ed Kashi, Katharina Hesse, Gideon Mendel, J.B. Russell, Bernardo Deniz, Sima Diab e altri ancora. Nella loro veste di testimoni oculari dei fatti ritraggono nella loro terribile bellezza i disastri naturali avvenuti (e che avvengono) in Asia, Europa, America, Africa e Oceania come in Gli effetti dell’erosione sulle rive del fiume Meghna (Bangladesh 2015) di Paolo Patrizi e Livelli di acqua estremamente bassa sul rio Negro mentre la siccità colpisce la città di Manaus (Brasile 2010) di Rodrigo Baleia. A questi si aggiungono i disastri causati e aggravati dall’intervento dell’uomo come in Un pozzo della Shell in fiamme (Nigeria 2006) di Franck Vogel e Veduta aerea di operazioni di estrazione del bitume nella cosiddetta Alberta Tar Sands (Canada 2013) di Luc Forsyth.

Tutte le 120 fotografie mostrano con nudo realismo l’emergenza ambientale, che non deve essere definita “un problema di altri”, perché lontani geograficamente e cronologicamente. James Withlow Delano infatti afferma «it’s not just happening there, but here, here and here». Questi uragani, queste alluvioni, queste desertificazioni interessano tutti noi e le immagini di questa natura così dirompente stimolano con empatia a cercare nuove possibili soluzioni.

Anche l’arte ha cercato di rispondere fin dal 1800 quando i pittori inglesi come Camille Corot, spinti dal voler preservare il patrimonio paesaggistico e ambientale, stendendo macchie di colore con pennellate dense, dipinsero una natura che in pochi anni sarebbe stata rovinata dall’industrializzazione. È nel Novecento, però, che iniziano a nascere la land art, enviroment art e ricycling art: diverse ramificazioni di quella che chiamiamo Arte ambientale, che esplora il legame tra arte, natura e fenomeni attuali, senza tralasciare l’impegno sociale.

Il 27 ottobre a Venezia è stato inaugurato Climate 04 – Sea Level Rise, un progetto d’arte pubblica sulle conseguenze dei cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare in Laguna. Un’iniziativa che prevede tre interventi: un grande wall painting, il primo della storia sul Canal Grande, un’installazione scultorea e la conferenza “Arte e Scienza ai tempi dei cambiamenti climatici” presso l’Università Ca’ Foscari. Questo progetto ideato dall’artista Andreco vede la realizzazione di un wall painting alto sei metri e lungo cento che mostra tutta la fragilità di una delle più belle città italiane: Venezia. Andreco, attraverso l’arte, porta alla luce le vulnerabilità dei territori, il rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale e tra l’uomo e l’ambiente.

Davanti alle parole dell’antropologo Amitav Ghoshl, che afferma che la cultura contemporanea è incapace di narrare il dramma del riscaldamento globale, dando prova di un fallimento dell’immaginazione, possiamo rispondere che di certo l’arte deve ancora fare a passi in avanti per trovare una modalità di comunicare in modo più efficace e accessibile a tutti, ma ad oggi grazie al LuganoPhotoDays, ai collettivi EverydayClimateChange, Julye’s Bicycle, TippingPoint, e agli artisti come Mary Miss, Helen Mayer Harrison, Newton Harrison, Aviva Rahmani, Jane McMahan e Andreco si stanno creando sempre più occasioni per discutere sull’emergenza climatica, un tema che riguarda e deve riguardare tutto noi.

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